IA: per 6 manager su 10 aziende e lavoratori non sono ancora pronti a usarla

Dalla logistica (58%), ai servizi finanziari (45%) all’automotive (36%): per un manager su 2 (51%) l’intelligenza artificiale può creare business e portare vantaggi in diversi ambiti.

È quanto emerge da uno studio promosso dal K&L Gates Legal Observatory in occasione del convegno “Le nuove tecnologie al servizio dell’impresa” condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 3mila manager in Italia monitorando forum, gruppi di discussione e community web sui maggiori social network – Linkedin, Twitter e Facebook – per analizzare il rapporto tra aziende, lavoro e intelligenza artificiale.

Per il 51% dei manager le nuove tecnologie se integrate all’interno di una strategia aziendale funzionale e di lungo periodo, possono portare vantaggi competitivi. Il 19% dei soggetti monitorati ritiene che siano un treno imperdibile per non restare indietro e avere maggiori chance future. Il 15% ritiene che possano contribuire a migliorare un servizio o un prodotto nell’interesse del consumatore finale. Solo il 12% le reputa un rischio sia per il business che per il lavoro.

Tuttavia, il 59% degli intervistati riscontra – nelle aziende e nei lavoratori – una certa impreparazione nell’affrontare le sfide dovute all’avvento delle nuove tecnologie. Le prime si trovano a fare i conti con la riorganizzazione strutturale (34%) e la formazione delle risorse (29%). I lavoratori invece hanno davanti l’opportunità di accrescere competenze e abilità (32%) e imparare a lavorare insieme alla tecnologia (29%).

Il 24% degli intervistati ritiene che esista un diffuso scetticismo soprattutto verso la gestione della transizione, mentre il 35% nota un atteggiamento poco proattivo nell’aprirsi al cambiamento. Il 21% si mostra moderatamente ottimista per via degli investimenti in innovazione e formazione che le aziende stanno iniziando a prevedere. Appena il 18%, invece, non è preoccupato di tutto ciò, perché ha verificato direttamente o indirettamente che è già ben consolidato un approccio strategico di aziende e risorse all’utilizzo delle nuove tecnologie.

In questo quadro, secondo i manager, un ruolo centrale deve svolgerlo il legislatore, principalmente nello stabilire regole eque senza frenare la spinta a innovare (37%). Il 23% invece ritiene che debba farsi garante di un compito che dia coordinamento e omogeneità. Il 20% pensa che il legislatore debba essere in grado di identificare proattivamente i lavori che più saranno coinvolti grazie all’avvento dell’intelligenza artificiale e, in conseguenza di ciò, assicurare programmi di riqualificazione dei lavoratori (19%).

Gennaro Di Vittorio

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