AISM: per 2 manager su 3 le persone con disabilità sono un’opportunità per l’azienda

Avere colleghi di lavoro con disabilità determina ricadute positive su tutti i dipendenti secondo due terzi dei manager italiani (65,2%).

È quanto emerge dall’indagine promossa da AISM, Prioritalia, Manageritalia e Osservatorio Socialis su “I manager e la gestione dei lavoratori con disabilità”.

La ricerca, condotta da AstraRicerche, è stata presentata al convegno “Disabilità & Lavoro – La sfida dei manager” che si è svolto a Roma, mercoledì 9 maggio, e che ha segnato l’avvio della partnership istituzionale tra l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e la Fondazione Prioritalia.

La presenza di dipendenti con disabilità ha, secondo i manager intervistati, ricadute positive e “concrete”: i compiti sono stati distribuiti per tutti in modo più equo, gli spazi sono stati organizzati in modo più razionale, sono stati effettuati interventi migliorativi in termini di arredo o illuminazione, si sono sviluppate nuove forme organizzative di lavoro (dal telelavoro allo smartworking).

Non solo, la stragrande maggioranza dei manager (88,2%) ritiene che avere personale con disabilità produce un impatto positivo per le stesse capacità manageriali: “ho imparato a organizzare il lavoro in maniera più efficiente”, “ho imparato a semplificare i processi”, “ho imparato a valutare meglio le persone”.

L’82,5% dei manager dice di non aver mai osservato fenomeni di esclusione dalla vita aziendale del disabile. I dirigenti intervistati ritengono che l’assunzione e la presenza di disabili in azienda sia primariamente da intendersi come parte del normale funzionamento organizzativo (43,6%), un valore aggiunto per la crescita dell’organizzazione (31,5%) e, solo come buon ultimo, l’adempimento di un obbligo (24,9%). Tant’è che metà degli intervistati (49,7%) ritiene che la gestione dei disabili sia molto (9,1%) o abbastanza (40,6%) strategica per l’organizzazione.

Dall’indagine emerge che la gestione della disabilità nei luoghi di lavoro sia “una questione da manager”. I dirigenti intervistati ritengono che questa vada affrontata proprio organizzativamente e culturalmente non tanto con un disability manager, ma certamente con il “disability management”. Cioè, forse non serve una figura manageriale specifica e dedicata (51%), ma piuttosto una funzione manageriale più ampia (54,6%) come un diversity manager o capability manager.

Tra i miglioramenti e gli aiuti suggeriti, per il 74,8% è importante la promozione di momenti informativi e formativi di tutto il personale sulla disabilità in azienda. Per il 76,2% degli intervistati è indispensabile la gestione delle tematiche legate alla disabilità in azienda e queste impattano già oggi e ancor più in futuro sul miglioramento delle performance aziendali (65,2%). Ultimo, ma non per ultimo, per l’ampissima maggioranza (82,6%) le competenze ed esperienze di associazioni non profit che si occupano di persone con disabilità possono contribuire a una maggiore conoscenza e informazione sulla gestione della disabilità in azienda.

Gennaro Di Vittorio

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