Fare sistema per fare la “differenza”
Applicare soluzioni creative per risolvere i problemi dell’avvocatura? Perché no.
Da questo interrogativo parte l’ambizione di Asla (associazione degli studi legali associati) che con i collegi di merito di Pavia (Borromeo, Ghislieri, Nuovo e Santa Caterina) e H-Farm (leggi qui la news) ha organizzato l’ASLA Legal Hack, il primo hackathon italiano sui temi della gender diversity negli studi legali associati, che si terrà domani e dopodomani a Pavia.
Per immaginare le azioni capaci di promuovere una cultura meritocratica e inclusiva si punterà sul talento e la creatività dei partecipanti. Studenti e studentesse di qualsiasi ambito accademico; giovani professionisti/e di qualsiasi settore (giovani avvocati/e o attivi nel software mobile e web; esperti di comunicazione, grafica, design di business model o project management e marketing). Alle loro storie, abilità e visioni sarà affidato il compito di contribuire alla ricerca di una soluzione efficace, capace di superare molti degli ostacoli che rendono più difficile per le avvocate la progressione di carriera fino ai vertici degli studi legali associati. I progetti vincitori saranno poi presentati all’evento “ASLA Diritto al Futuro” in programma a Milano venerdì 18 maggio (leggi qui la news) di cui legalcommunity.it sarà media partner.
«Siamo molto orgogliosi di questo progetto – ha dichiarato l’avvocata Barbara de Muro, responsabile della sezione ASLAWomen di ASLA – attendiamo da questo hackaton idee innovative in grado di stimolare e “provocare” la discussione sui temi di gender diversity, per ricordare e ribadire che la leadership non ha genere.»
LC Publishing group, che in questi anni si è imposto quale interlocutore principale delle community che racconta e riunisce, sarà ovviamente presente, per fotografare, prima che inizi la competizione, lo stato dell’arte della diversità di genere in queste realtà.
Per cercare di colmare il divario di genere nell’avvocatura sono stati fatti molti passi in avanti negli ultimi anni, grazie all’impegno delle associazioni e degli studi legali più grandi, che hanno intrapreso diverse iniziative ad hoc. Misure che, almeno questa è la speranza, negli anni a venire potranno portare risultati tangibili.
Ma c’è ancora tanto da fare. Anzitutto perché molto lavoro va ancora fatto dalle realtà professionali di dimensioni minori, operanti dalle diverse città d’Italia. E in secondo luogo perché anche gli studi più grandi che si sono già rimboccati le maniche dovranno rendere misurabili gli impegni che hanno preso, mostrare i risultati effettivi che hanno avuto sulle persone e ritararli di conseguenza.
E sarà importante non perdere di vista la necessità di coinvolgere tutte le community, come ci insegna questa iniziativa di Asla, e non solo quella legale. Prima fra tutte quella maschile, che ad oggi siede nelle stanze dei bottoni. Perché poi, alla fine dei conti, a cambiare le cose non sono le policy, ma le persone.