Osborne Clarke: cresce la paura delle frodi nel mondo senza contanti 

Le paure legate alla privacy e alla sicurezza dei dati personali potrebbero rappresentare un ostacolo a un mondo di pagamenti completamente cashless.

Nonostante l’utilizzo del contante sia in costante diminuzione un po’ in tutta Europa, una recente indagine di Osborne Clarke rivela che i consumatori sono a oggi più preoccupati rispetto a un anno fa per i rischi legati a possibili frodi o falle di sicurezza nel caso in cui pagamenti mobili dovessero sostituire completamente il contante nei prossimi anni.

L’81% degli intervistati dallo studio legale si è detto preoccupato delle possibili frodi che potrebbero derivare dal ricorso ai pagamenti via mobile (il 12% in più rispetto allo scorso anno) e l’80% ha anche espresso dubbi circa alle possibili falle di sicurezza. In Italia la percentuale è del 79% con una crescita del 20% rispetto allo scorso anno.

«Molti utenti hanno apprezzato la convenienza dei pagamenti via mobile spesso però sottovalutandone i possibili rischi. Le ultime notizie di attacchi informatici e furto di dati personali che hanno riguardato anche personaggi molto conosciuti hanno tuttavia fatto crescere le preoccupazioni dei consumatori. Dal momento che stiamo andando verso un mondo in cui l’uso del contante sarà sempre più marginale, è necessario che si mettano in atto procedure di sicurezza in grado di tranquillizzare gli utenti. L’implementazione di un forte processo di autenticazione – come richiesto dalla PSD2 (Payment Service Directive 2) – aiuterà a rendere più complicato per hacker e truffatori in generale l’accesso ai conti collegati a dispositivi elettronici. Il settore deve assicurare di stare facendo tutti i passi necessari per proteggere i dati degli utenti in maniera adeguata e dimostrare che le misure prese funzionino in maniera da far crescere la fiducia degli utenti», commenta Andrea Rizzi, head of digital business di Osborne Clarke Italia,

Oltre al rischio legato alle possibili frodi, l’indagine rileva che il 76% di chi ha risposto è preoccupato dal dover condividere troppe informazioni personali nel caso in cui i pagamenti via mobile diventassero l’unico sistema accettato nei prossimi anni – il 25% in più rispetto allo scorso anno. In Italia questa percentuale è del 74% (+32%).

«L’imminente applicabilità del General Data Protection Regulation (GDPR) sicuramente aiuterà ad innalzare la consapevolezza degli operatori e degli utenti circa gli aspetti di protezione dei dati personali e ad aumentare la trasparenza con cui questi vengono trattati. Le società hanno la responsabilità di far comprendere nel dettaglio ai consumatori il modo in cui i loro dati saranno trattati. I metodi di pagamento sono in continua evoluzione e quindi sia gli operatori del mercato dei pagamenti sia gli esercenti devono essere in grado di anticipare le preoccupazioni dei loro clienti e essere pronti a rispondere a tutte le domande possibili anche preparando una lista di FAQ (Frequently Asked Questions). Di sicuro la conformità al GDPR non si improvvisa», chiude Gianluigi Marino, head of data protection di Osborne Clarke Italia

Gennaro Di Vittorio

SHARE