Una compliance che punta dritto al cuore
C’è una notizia che ho letto questa settimana che mi ha incuriosito particolarmente. Pare che negli Stati Uniti, alcune aziende stiano utilizzando la magia del cinema hollywoodiano per formare i propri dipendenti in materia di etica e compliance. E cioè si rivolgono a professionisti specializzati per creare dei video, simili a dei veri e propri film, cortometraggi o a delle serie tv, che illustrino ai collaboratori le policy aziendali in modo avvincente cercando l’empatia e il loro coinvolgimento.
Attraverso dei filmati, in sostanza, si punta dritto al cuore dei lavoratori.
Sul portale Compliance Week è possibile anche leggere alcune storie di aziende che hanno portato avanti questi progetti e si scopre che ci sono anche delle case di produzione specializzate nella creazione di questi filmati, per cui lavorano ex assistenti alla regia di primari mostri sacri di Hollywood.
C’è chi ha ingaggiato attori professionisti, chi i dipendenti stessi della propria azienda. Chi ha creato delle serie tv con delle stagioni, chi delle sitcom e chi ancora dei semplici cortometraggi. La linea comune sono gli argomenti trattati. I dilemmi etici davanti ai quali i lavoratori potrebbero trovarsi in un momento o nell’altro, dai conflitti di interesse, alla gestione dei regali, al rapporto con la diversità e la denuncia di molestie. Oltre ai trailer proiettati negli schermi localizzati nelle aree comuni, alle locandine e ai manifesti nei corridoi.
«I filmati sono a mio parere uno dei modi migliori per catturare il cuore e l’attenzione dello spettatore», afferma Marc Havener, regista fondatore di Resonate Pictures, compagnia specializzata in film per le aziende.
E a leggere queste storie pare che la formazione attraverso questi strumenti funzioni e piaccia anche tanto ai dipendenti.
Qualche “purista” della compliance aziendale ne sarà stizzito, ma vista la centralità che ha assunto questa tematica (ne abbiamo parlato approfonditamente su MAG n. 97) forse una riflessione in più si può anche fare. Magari può essere una strada per trattare in modo meno noioso argomenti importanti. E anche per fare delle attività di team building (penso alla possibilità di utilizzare i propri dipendenti come “attori”). Quello che conta, alla fine, è mantenere alta l’attenzione su questi temi, no?