Kelly Service: ecco quante sono le donne nei settori Stem
Secondo i dati di Kelly Services, l’Europa rischia di rimanere indietro nel panorama mondiale perché la mancanza di ingegneri e scienziati, in particolare donne, contribuisce alla riduzione della produttività e alla perdita di opportunità commerciali a livello nazionale e internazionale. In Europa, la carenza di talenti nei settori stem sembra destinata a peggiorare: la Commissione europea prevede che, solo nel settore informatico, si registrerà una carenza di 900mila dipendenti già nel 2020.
Come avviene in tutto il mondo, l’impiego nei settori stem in Europa è a predominanza maschile. Studi dell’UE mostrano che le donne rappresentano solo il 24% dei professionisti nelle scienze e nell’ingegneria e il 15% dei professionisti assimilati nei medesimi ambiti.
Riducendo il tasso di abbandono femminile nei settori stem, la carenza di personale qualificato in Europa potrebbe essere ridotta in maniera sostanziale. Tuttavia, gli ostacoli per l’inserimento di forza lavoro femminile sono numerosi e complessi. Basti pensare alla costante sottorappresentazione delle donne tra i laureati stem: in Europa, nel 2012 solo il 12,6% delle donne laureate si è specializzata in ambito stem, rispetto al 37,5% dei laureati di sesso maschile. I fattori chiave alla base di questo divario sono radicati nei ruoli e negli stereotipi di genere che nascono e influenzano la fase formativa delle giovani studentesse. Infatti la percentuale di ragazze che scelgono un percorso di studi in ambito stem diminuisce negli ultimi anni delle superiori. All’Università questa tendenza non cambia: in Europa, le donne laureate nelle stem sono sensibilmente inferiori.
Un altro fattore importante che determina la scarsa rappresentazione femminile è la mancanza di supporto da parte delle aziende per conciliare le responsabilità private e familiari con il lavoro.
Una recente ricerca di Kelly Services mostra che la presenza di forme di lavoro più flessibili è un desiderio comune tra le donne nei settori stem, perché aspirano a un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata.
In particolare, il 36% delle donne europee intervistate ha affermato che sarebbe disposta a rinunciare a una retribuzione più elevata in cambio di orario e sistemi di lavoro più flessibili. Infatti, il 68% delle donne stem europee ritiene l’equilibrio tra lavoro e vita privata un elemento attrattivo, mentre la percentuale relativa ai colleghi uomini si attesta a 64%. Le lavoratrici italiane si collocano nella media europea con il 69%.
Stereotipi di genere e deficit culturale si riflettono in una diffusa mancanza di fiducia in sé stesse da parte delle donne in ambito stem. Infatti, in Europa solo il 56% delle lavoratrici in questi settori è sicura di trovarsi in una posizione altamente richiesta, rispetto al 67% degli uomini. La percentuale si riduce al 29% per l’Italia. La mancanza di fiducia si estende anche a tutta la gamma di competenze principali in ambito stem e a tutti i livelli della carriera, sebbene sia più pronunciato nel settore ingegneristico, seguito da quello scientifico. Nel settore informatico, in Europa la situazione è analoga: sebbene nutrano una certa fiducia rispetto alle altre donne che operano nei settori stem, hanno ancora molta strada da fare prima di essere consapevoli del proprio valore sul mercato e della propria capacità di competere tanto quanto i colleghi uomini. Rispetto agli uomini, le donne nutrono una minore fiducia in sé stesse nell’ambito delle scienze biologiche, mentre nel settore delle risorse naturali la fiducia è leggermente maggiore e più elevata nel settore dell’alta tecnologia.