Selezione dei consulenti: i general counsel useranno i dati

I general counsel delle grandi aziende sono intenzionati ad adottare un approccio più sofisticato e basato sui dati per identificare e selezionare gli studi legali a cui rivolgersi per le consulenze.

Lo rivela una ricerca condotta da The Lawyer in collaborazione con Globality –  il gruppo tecnologico con oltre 300 consulenti legali in Europa, Nord America e Asia-Pacifico – condotta su oltre 100 professionisti operanti in gruppi (localizzati in Nord America, Europa e Asia-Pacifico) con fatturati annuali superiori a un miliardo di dollari.

Alla domanda “qual è il fattore determinante nella scelta del consulente giusto?”, il 40% degli intervistati ha risposto l’ampiezza delle competenze di settore e sulla specifica industry. Al secondo posto, il 22% dei rispondenti ritiene fondamentale l’aver già lavorato con la firm in precedenza. La seniority e l’esperienza dei partner con cui ci si troverà a lavorare è il terzo elemento considerato tra i più rilevanti (10%).

Paradossalmente, alla domanda “come vengono individuati generalmente gli studi legali con cui l’azienda lavorerà?” il criterio della competenza perde posizioni. Circa il 44% degli intervistati infatti nomina le firm sulla base delle relazioni già in essere con queste. Il 24% dei general counsel che hanno preso parte alla ricerca si affida invece ai referral di altri colleghi, interni o esterni all’azienda.

Tuttavia, dalle interviste condotte emerge che questo divario tra desiderata e realtà non è legato alla resistenza al cambiamento dei general counsel ma alla mancanza di strumenti e servizi in grado di facilitare una selezione più strategica. Una mancanza su cui tutti i rispondenti stanno già lavorando e a cui sperano di sopperire presto.

Dalla ricerca emerge inoltre che gli uffici legali preferiscono affidarsi agli studi più piccoli. Secondo il 63% degli intervistati questi ultimi forniscono un servizio migliore, il 40% crede invece che le firm più piccole siano più innovative, garantiscano una interlocuzione più rapida e abbiano maggiore esperienza. Solo il 6% degli intervistati ha trovato poco soddisfacente l’assistenza prestata dagli studi più piccoli. Di contro, il 19% non è stato pienamente soddisfatto dei servizi forniti dalle grandi insegne.

Gennaro Di Vittorio

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