General counsel, più manager che avvocati

Un general counsel di successo? È meno avvocato e più manager. È questo il profilo che emerge dall’annuale classifica “The 100 best paid General Counsels – 2014” stilata dalla rivista The American Lawyer. Con un compenso annuo cash pari a 5,8 milioni di dollari (oltre 4,5 milioni di euro) Brackett Denniston III (nella foto) legale di General Electic, è il general counsel più pagato d’America. Lo seguono Gary Lynch, general counsel di Bank of America, con 5,4 milioni di dollari, e Gerson Zweifach, legale di News Corp. e Twenty-First Century Fox, con 5,2 milioni di dollari. Stando ai risultati della ricerca, per diventare una figura di riferimento all’interno dell’azienda, e quindi aumentare il proprio compenso, i consulenti legali non possono più limitarsi all’advisory giuridica, ma devono partecipare attivamente a tutti i processi decisionali della società.

John Finley, chief legal officer del gruppo Blackstone è in quinta posizione con un compenso pari a 4,2 milioni di dollari, gran parte del quale derivato da bonus ottenuti grazie al suo «importante ruolo nelle iniziative strategiche» del gruppo. Ciò significa, sottolinea The American Lawyer, che Finley non è stato ricompensato solo in quanto avvocato, ma anche e soprattutto per essere stato un partner decisivo per gli amministratori anche in ambiti economici e manageriali.

«Oggi i general counsel sono chiamati ad avere una conoscenza completa e approfondita del mercato di riferimento – afferma Nancy Jessen, amministratore delegato della società di advisory Huron Legal – per orientare i manager nelle decisioni aziendali attraverso la lente legale». John Gilmore, managing partner di BarkerGilmore, executive search di New York, sostiene che «oggi i general counsel stanno assumendo sempre più responsabilità, a fronte di un contesto normativo che continua a diventare più complesso e al crescente bisogno degli amministratori di avere vicino un collega in grado di aiutarli». L’aumento del 6,8% degli stipendi dei general counsel, ovvero di 700 mila dollari di media, è in parte spiegato, secondo la rivista, dalla relazione tra l’evoluzione del ruolo del legale, che comporta maggiori responsabilità, e i bonus economici legati alle performance. Secondo quanto riportato dalla survey, i consulenti hanno guadagnato una media di 1,2 milioni di dollari in bonus più “incentivi non equity” (+6,3% rispetto allo scorso anno).

La qualità e la differenziazione delle prestazioni è diventata determinante per stabilire il contenuto della busta paga, sia essa cash o in pacchetti azionari. Per quanto riguarda i settori più redditizi per i giuristi d’impresa, la palma d’oro va a banche e finanza. Seguono media ed entertainment, assicurazioni e farmaceutico. Tali industry, sostengono gli esperti, necessitano costantemente della consulenza dei propri legali, per via delle crescente quantità di normative, di una regolamentazione rigida e spesso complicata alla quale sono sottoposte e alle questioni strategiche di business da prendere in considerazione. «C’è una forte consapevolezza, nel management delle aziende, rispetto al valore di un general counsel capace e poliedrico» afferma Tod Sirras, amministratore delegato di Semler Brossy, aggiungendo che «molti legali hanno già capito che il loro ruolo sta avendo un posto sempre più importante al tavolo dei senior executive». Un trend che presto potrebbe imporsi anche sulla scena italiana.

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Gennaro Di Vittorio

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