Tanti canditati, posti vuoti e stipendi in calo: il caso italiano del mercato in-house

Un mercato sempre più affollato di professionisti bravi e preparati e che tuttavia faticano a trovare lavoro pur essendoci molti posti liberi. È la fotografia del mercato in-house italiano scattata da Laurence Simons nel report “Global legal & compliance salary survey 2014/2015”.

Se infatti le imprese italiane stanno imparando ad apprezzare i vantaggi di un avvocato che li assiste giorno per giorno nello sviluppo del loro business e che gli permette di ridutte i costi dei consulenti esterni, è pur vero che la sempre maggior attenzione che le aziende mettono nello strutturare il loro dipartimento legale si traduce in criteri di reclutamente molto rigorosi.

Il risultato di questa situazione è che, nonostante il grande numero di riorganizzazioni aziendali dell’ultimo anno, molti posti di lavoro rimangono vuoti.”Trovare un lavoro – si legge nel report – rimane ancora un’impresa molto difficile che può richiedere da qualche mese fino a un anno”.

Lo studio si concentra poi sugli stipendi di questi professionisti. “La retribuzione in Italia è rimasta sostanzialmente invariata, anche se alcuni avvocati di alto livello hanno visto una leggera diminuzione”. Il 23% non ha infatti percepito alcun bonus, contro il 63% che invece continua a riceverlo. E tuttavia il 50% di loro ha dichiarato che la cifra non è aumentata di anno in anno e in molti casi è stata più bassa di quella dell’anno precedente. In media, riferisce lo studio, il 42% degli in-house riceve un bonus del 10-19%. Mentre solo il 15% di loro arriva al 20-29%.

Salari stazionari, come quelli che il report prevede peril 2015, sono la diretta conseguenza dell’alta offerta di professionisti che mantiene il potere negoziale nelle mani delle imprese.

Gennaro Di Vittorio

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