Uber, BlaBlacar e Gnammo ci provano con l’autoregolamentazione

“Esiste un diritto a innovare e deve essere promosso e garantito ai cittadini dalle istituzioni e dallo Stato”. Così recita il “Manifesto per una sharing economy sostenibile e rispettosa dei diritti dei consumatori” promosso dall’associazione Altroconsumo e presentato davanti ai campioni del cosiddetto “consumo collaborativo” come Uber, BlaBlacar e Gnammo.

Il manifesto, composto da 9 punti, è stato reso pubblico mercoledì 1 luglio a Roma nell’aula dei gruppi parlamentari a Montecitorio alla presenza di esponenti delle forze politiche e delle istituzioni. Il testo, una volta sottoscrotto, impegnerà i responsabili della aziende a “adottare uno o più strumenti di autoregolamentazione che garantiscano, nei diversi settori di mercato nei quali operano, regole chiare circa i diritti di utenti e consumatori”.

Le aziende che decideranno di andare avanti su questa strada, redigeranno e adotteranno, attraverso il supporto di legali d’impresa o consulenti esterni, delle norme per “l’eliminazione di eventuali pratiche commerciali scorrette e clausole vessatorie”. Inoltre si impegneranno nella “risoluzione alternativa delle controversie (Adr)” e nella “responsabilizzazione dei gestori delle piattaforme nei confronti degli utenti”.

L’autoregolamentazione è però intesa come una fase provvisoria a cui dovrebbero poi fare seguito – si legge nel documento – una profonda revisione delle normative oggi in vigore “che frequentemente ostacolano e rallentano lo sviluppo di nuovi modelli di business senza, tuttavia, garantire affettivamente maggior tutela e sicurezza a utenti e consumatori né maggior concorrenza nei mercati”.

Per questo motivo nel Manifesto si chiede “al Parlamento, al Governo e a tutti i decisori pubblici italiani ed europei di disegnare, con urgenza, una cornice normativa moderna, duttile e di principio che promuova la sharing economy e l’attività delle imprese innovative che ne abiliti lo sviluppo e garantisca a utenti e consumatori il diritto a condividere beni e servizi in un mercaro libero, aperto e sicuro”. 

 

Gennaro Di Vittorio

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