In house, “qui si gioca la competitività delle aziende”
Innovare e progredire, si sa, non è mai facile. Ma può diventare quasi proibitivo quando si toccano temi delicati come quello del riconoscimento del ruolo professionale del giurista d’impresa. “Ogni Stato ha una regolamentazione differente”, spiega l’avvocato Sergio Marini (nella foto), direttore legale di Fendi e presidente di Ecla (European company lawyers association), l’associazione costituita nel 1983 che riunisce le associazioni dei legali d’impresa del Vecchio Continente.
All’interno dell’Unione europea non esiste una connotazione unica basata su requisiti e qualifiche professionali comuni. “Ci sono vari Paesi come ad esempio il Belgio, la Danimarca e l’Inghilterra – racconta Marini – dove la professione del giurista d’impresa è legalmente riconosciuta e storicamente ha una sua dignità professionale”.
Altri invece, come l’Italia, dove vige ancora un regime di incompatibilità e di “diffidenza preconcetta verso lo status di professionista-dipendente, con la conseguenza abnorme e sproporzionata che un legale interno, anche se munito di qualifica professionale, non è legittimato a iscriversi all’Albo”.
Il motivo di tale discriminazione? “Riposa in un dogma anacronistico, legato allo status di lavoratore subordinato che non consentirebbe un’adeguata indipendenza intellettuale e professionale. Un’assurdità!”, tuona Marini, “ancora più difficile da comprendere se si pensa che gli avvocati degli enti pubblici italiani e di quelle società che un tempo lo erano, sono invece iscritti all’Albo professionale”.
Obiettivo di Ecla, e del suo presidente, è quello di vedere cancellato questo dogma e ottenere il riconoscimento della professione e la tutela del segreto professionale anche per i giuristi italiani così come già avviene per i colleghi di buona parte d’Europa e del resto del mondo. Un traguardo che darebbe maggiore dignità sociale, oltre che professionale, agli avvocati in house ma soprattutto avrebbe delle conseguenze positive per le aziende in cui questi lavorano. Il motivo? “Questa confusione che aleggia intorno al ruolo e alle funzioni degli in house scoraggia le aziende extraeuropee ad avere rapporti commerciali con le imprese di quei Paesi in cui la figura del giurista d’impresa non è riconosciuta”, rivela il presidente di Ecla.
Una situazione che ha quindi conseguenze sul business…
Esattamente. Questa confusione si traduce in una minor capacità di competere per le aziende del Vecchio Continente. Le imprese di quei paesi come l’Italia e la Francia, dove la figura del giurista d’impresa non è riconosciuta, hanno oggettivamente uno svantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi europei ed extraeuropei, dove questo riconoscimento esiste.
Perché?
Un avvocato dipendente di un’azienda italiana o francese che non gode del diritto al segreto professionale spesso non potrà comunicare con il proprio management con la stessa velocità con cui lo può fare il suo collega che gode di questo diritto. Questo finisce per danneggiare le nostre imprese.