Mauri e Belstaff vincono alla Corte di New York una storica causa in materia di contraffazione

Il marchio inglese Belstaff, con il suo team legale interno capeggiato da Elena Mauri (nella foto), ha vinto una storica causa in materia di contraffazione preso la Corte di New York. Il giudizio risale allo scorso marzo ma la casa di moda ne ha dato notizia solo oggi. A rendere il provvedimento così importante è il numero di siti coinvolti: ben 676 pagine di vendita online di prodotti contraffatti che fanno capo alla stessa persona. Contro di loro la corte ha disposto l’immediata chiusura e il pagamento di 42 milioni di dollari di danni che dovrebbero essere versati all’azienda dal cittadino cinese a cui queste pagine fanno capo. Dovrebbero perché, come spiega Mauri: “in questi casi l’unico modo per ottenere il risarcimento è andare alla fonte, cioè al produttore dei capi contraffatti”.

La maggior parte dei prodotti contraffatti erano giacche e capi di abbigliamento outwear dello storico marchio britannico. “La falsificazione – chiarisce Mauri – ha però riguardato anche immagini delle nostre campagne pubblicitarie, sia quelle passate che quelle più recenti, come ad esempio quella in cui il testimone era David Beckman. Un grande rischio per l’azienda visto che con i nostri ambassador abbiamo dei contratti che prevedono anche la protezione della loro immagine”.

Non è la prima volta che Belstaff deve fare i conti con la contraffazione del proprio marchio. “Solo negli ultimi due anni – ricorda l’head of legal – abbiamo fatto chiudere più di 2.700 siti falsi che vendevano i nostri prodotti”. Il rischio maggiore per un’azienda? “In verità di rischi ce ne sono, purtroppo più di uno, oltre al danno subito da chi compra un prodotto falso, ci sono i danni all’immagine dell’azienda e, sopratutto, al suo marchio. E questo è la cosa peggiore che possa capitare a un’azienda di moda visto che in questo settore l’asset più importante è proprio il marchio”, chiarisce l’avvocata.

Per questo motivo, fin dal 2012, anno del suo ingresso in Belstaff dopo quasi 8 anni passati in Prada e 5 in Valentino, Elena Mauri ha deciso di investire sulla protezione di questo asset. Oltre alle iniziative a livello di team interno, Mauri ha inoltre stipulato, nel 2013, un contratto con Mark Monitor, azienda che fa capo al gruppo Thomson Reuters, e che fornisce servizi per la protezione del marchio online e per la lotta alla contraffazione. “Abbiamo pensato che questo settore fosse così importante da aver bisogno anche di un supporto esterno e, oggi possiamo dirlo, la scelta è stata di sicuro azzeccata. Oltre al monitoraggio di tutti i siti in cui compare il nome Belstaff nel nome e nel dominio, Mark Monitor si occupa anche di controllare i social network e di verificare che i prodotti nel nostro marchio venduti sulle piattaforme online siano originali”, conclude Mauri.

 

 

 

 

Gennaro Di Vittorio

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