Piccolo vademecum relazionale tra avvocato e legale d’impresa
Se ne vedono di tutti i colori nel rapporto tra i giuristi d’impresa e i legali di libero foro. Alcuni si sentono “cugini”. Altri si relazionano come cane e gatto. Che piaccia o no, comunque, la relazione tra queste figure è un fatto necessario. Anche se, spesso e volentieri, il modo in cui si declina può essere diverso.
C’è chi si ignora amabilmente, seguendo una sorta di “patto di non belligeranza”. Io giurista interno all’azienda cerco di non mettere in difficoltà te avvocato esterno, a cui devo passare posizioni e situazioni da gestire secondo gli accordi che ci legano. E tu, avvocato esterno, cerchi di non crearmi problemi in azienda con boutade da primo della classe che, mosso dalla sindrome dell’eroe, vuole sistemare tutto ciò che secondo lui non funziona qui dentro.
Altri non fanno mistero delle proprie “idiosincrasie”: praticamente si odiano palesemente. L’origine del dissidio può essere delle più varie: si va dall’antipatia “a pelle”, al pregiudizio reciproco (l’avvocato in questi casi pensa che il general counsel sia poco più che un passacarte e il general counsel ritiene l’avvocato un mercenario dedito solo a fatturare ore inutili gonfiando le attività per giustificare i suoi onorari), allo scontro di merito sui contenuti, alle “scottature” ancora vive di precedenti rapporti finiti male.
Poi ci sono quelli che collaborano efficacemente. Sono quelli che si capiscono al volo, conoscono e rispettano il perimetro dell’azione dell’uno e dell’altro e sono capaci di interagire senza pestarsi i piedi, anzi valorizzando l’operato reciproco, facendo squadra verso un risultato comune.
Considerato che, comunque la si pensi davvero, la costruzione di una relazione positiva con i general counsel è un fatto sano oltre che conveniente, abbiamo pensato di mettere a disposizione dei lettori di Mag i risultati di una piccola indagine che abbiamo recentemente svolto su un focus group di general counsel di industry diverse per capire cosa si aspettano dai legali esterni. Ne è venuto fuori una sorta di vademecum su quelle che sono le aspettative di un in house counsel nei confronti dei suoi legali esterni.