Nell’Italia delle startup vince la diversity
Sono 4.704, impiegano 5 mila persone e sono formate da quasi 17 mila soci tra cui spiccano le donne, gli under 35 e gli stranieri. Sono le startup italiane che, secondo una ricerca condotta da Sda Bocconi in collaborazione con Bayer e Caleido Group, oltre a essere innovative, stanno diventando sempre più attente alla diversity.
L’elaborazione di SDA Bocconi (su dati InfoCamere) mostra, infatti, che nel 24% dei casi il team è composto per la maggior parte di giovani, mentre il 13% di queste nuove imprese è costituito da team a prevalenza femminile. Ma non mancano nemmeno gli stranieri che sono presenti nel 12% delle start up.
Nella maggior parte dei casi si tratta di imprese fortemente concentrate a livello settoriale, con il 42% che opera nell’informatica e internet e il 20% nei settori denominati ‘lifesciences’ (agroalimentare, chimica, farmaceutica, ambiente, etc). Inoltre quasi tutte si trovano in Lombardia (il 23% del totale), in Emilia-Romagna (12%) e nel Lazio (10%), con Milano e Roma in testa tra le province (14,7% e 8,5%, rispettivamente, sul totale di imprese).
La ricerca si SDA Bocconi, oltre a concentrarsi sull’aspetto della diversity, ha cercato di inquadrare anche i risultati economici. Performance che sono, in media, caratterizzate dal segno meno quando si guarda alla redditività, ma che evidenziano anche un potenziale di crescita non ancora espresso. Un aspetto legato soprattutto al possesso di asset immateriali.