Le aste in Italia, le (ab)batte la legge
“L’arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi”, commentava Ennio Flaiano nel Taccuino del marziano. Nei suoi pensieri non c’era di certo il moderno mercato dell’arte, eppure la frase descrive alla perfezione i cambiamenti che, nel corso LE ASTE in Italia, le (ab)batte la legge Come la Bottai del ’39 che alimenta la corsa alle vendite. Inoltre, secondo Marco Trevisan di Christie’s, il Paese fa ancora troppo poco per valorizzare la produzione contemporanea. degli ultimi 30 anni, hanno trasformato un investimento per appassionati in un vero business nel quale le case d’asta giocano un ruolo fondamentale. Se infatti il mercato dell’arte vale oggi 68 miliardi di euro, il 45% viene prodotto proprio dalle case d’asta tra cui primeggia Christie’s.
La società, nata a Londra e presente nel nostro Paese con due uffici (uno a Milano e l’altro a Roma), batte in totale 450 aste all’anno ed è organizzata in 80 dipartimenti che, oltre alle varie epoche artistiche, comprendono anche vino, tappeti e design. Assieme alle aste il business di Christie’s comprende anche le trattative tra privati che negli ultimi anni sono cresciute molto (700 milioni di dollari nel 2015) perché, come spiega Marco Trevisan, ex general manager per l’Italia di Christie’s e attuale responsabile del business development, «danno un realizzo migliore e la possibilità di usufruire subito del bene acquistato».