Nuovo codice appalti: il massimo ribasso (per ora) resiste
Con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dello scorso 19 aprile, è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti (D. Lgs. 18 aprile 2016, n. 50). Un testo tanto atteso che sostituisce il precedente del 2006 (D. Lgs 12 aprile 2006 n. 163) e che, almeno nelle intenzioni, nasce con il compito di introdurre un nuovo sistema di norme che frenino la corruzione in un settore che vale quasi il 15% del Pil nazionale secondo le statistiche della Commissione europea. Una sfida che l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e il governo hanno deciso di affidare a un testo di legge più snello del precedente: 220 articoli contro 256 (a cui si univano però 358 articoli del regolamento di esecuzione). Eppure anche nel caso del nuovo codice un parte consistente delle norme verrà regolamentata attraverso altre disposizioni: le linee guida dell’Anac. Si tratta di indicazioni di indirizzo generale – cosiddette “soft law” – che sostituiscono la rigida regolamentazione del precedente codice.
A queste norme, che sono attese nell’arco di qualche settimana, spetterà il compito di dettagliare le leggi generali in base ai singoli casi e intervenire sugli articoli del codice più controversi. È il caso, ad esempio, della norma che limita il ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa – tanto caldeggiato dalla stessa Anac – per le gare oltre il milione di euro che sono appena il 19% del totale. Detta altrimenti, nella stragrande maggioranza dei casi (81%) continuerà ad essere applicabile il criterio del massimo ribasso. Stessa cosa dicasi per la norma – nata per garantire l’imparzialità nei processi di affidamento – che prevede che i commissari vengano scelti da Anac solo per le gare di importo superiore a 5,2 milioni di euro: in questo caso, la novità si applicherà solo al 5% dei casi.
Un incarico tutt’altro che semplice che Anac ha pensato di affidare a una commissione di “saggi” – la cosiddetta Commissione di studio per l’attuazione del nuovo codice dei contratti pubblici – che comprende giuristi ed esperti di settore tra cui l’avvocato Francesco Sciaudone, managing partner di Grimaldi e professore di diritto della concorrenza, e il presidente Michele Corradino. MAG li ha incontrati per commentare il nuovo codice e capire il ruolo delle linee guida.