Banca d’Italia e l’impegno per la Diversity

Chi l’ha detto che la diversity non va d’accordo con le istituzioni piu? austere? Quasi a voler smentire chi la considera l’incarnazione della formalita? e del tradizionalismo, Banca d’Italia ha deciso di avviare un programma triennale per sviluppare tutte le diversita? del suo personale. «Abbiamo lanciato un piano di valorizzazione della diversity come patrimonio. La Banca d’Italia e? infatti sinceramente aperta al cambiamento e all’innovazione», ha spiegato Letizia Radoni, capo del dipartimento circolazione monetaria e responsabile della valorizzazione delle diversita?.

Radoni, intervenuta all’evento Lgbt forum, organizzato dall’associazione Parks liberi e uguali, ha raccontato come l’istituto abbia deciso di intraprendere questo percorso per una ragione precisa. «Avere dipendenti liberi di essere se stessi e quindi piu? soddisfatti – ha chiarito la rappresentante di Banca d’Italia – e? il modo migliore per migliorare la loro reddittivita? sul lavoro e ottenere cosi? un vantaggio anche per l’azienda».

Un obiettivo che la Banca ha iniziato a perseguire applicando, in tutti i suoi punti, la legge Cirinna? e facendo anche qualcosa di piu?. «Abbiamo deciso di integrare anche quelle norme che facevano parte del disegno di legge originario e che tuttavia non hanno superato la discussione in Aula come la completa equiparazione dei figli del coniuge per tutto cio? che rigurda benefit e permessi», ha rivelato Radoni.

La speranza, ha continuato la responsabile della diversity, e? che l’esempio di Banca d’Italia venga seguito anche dagli altri istituti a dimostrazione del fatto che il cambiamento culturale e? possibile, persino dove non te lo aspetti. ?

 

Gennaro Di Vittorio

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