Il punto sulla legge Cirinnà
È stata una delle leggi più contestate tra quelle del governo Renzi. Eppure, dopo una discussione durata mesi e la perdita di una parte importante riguardante la possibilità di adottare i figli del coniuge (stepchild adoption), la legge 76/2016 – o Cirinnà, dal nome della senatrice che l’ha promossa – è stata approvata, lo scorso 25 febbraio, con 173 sì e 71 no e nessuna astensione. La norma, oltre a introdurre le unioni civili tra persone dello stesso sesso, definisce e regolamenta i diritti e i doveri di queste nuove coppie in tutti gli ambiti della vita civile, compreso l’ambiente di lavoro. La Cirinnà attribuisce infatti anche alle persone unite civilmente una serie di diritti e di obblighi previsti da anni per i lavoratori in virtù del loro essere sposati o parte di un nucleo familiare. Tutte queste novità hanno portato professionisti, rappresentanti delle aziende e stakeholder a interrogarsi sull’impatto della nuova normativa nel mondo del lavoro e – nei casi migliori – sugli ulteriori passi da fare per una piena inclusione delle persone lgbt. Per rispondere a queste domande lo studio legale Hogan Lovells e l’associazione Parks – Liberi e Uguali hanno organizzato, mercoledì 19 ottobre, una tavola rotonda dal titolo “L’inclusione delle persone lgbt nel mondo del lavoro – Obblighi, valore e opportunità”.