Risk management: In house vs social media
Le piattaforme di social media sono ampiamente utilizzate dalle aziende e dai loro dipendenti per una miriade di ragioni. C’è chi le sceglie come canale preferenziale per la pubblicità, e anche chi le impiega persino per annunciare il lancio di un nuovo prodotto. I social network offrono cioè una lunga serie di vantaggi ma non sono privi di rischi. Rischi contro cui tutti i legali in house dovrebbero essere pronti ad agire in una dinamica di risk management.
Ne ho convinto, ad esempio, Ryan Garcia, direttore legale di Dell Inc. Il professionista, interpellato da Corporate Counsel ha spiegato così la sua posizione: “Siamo solo alla seconda generazione di aziende che utilizzano i media sociali… eppure per certi aspetti questi strumenti ci hanno già coinvolto completamente. Diventa perciò sempre più importante che le aziende e i brand evitino i pericoli potenzialmente derivanti dai social”.
Pericoli che secondo John Delaney, un partner nella sede di New York di Morrison Foerster riguardano sia i dipendenti che i collaboratori esterni, come gli studi legali. “Un dipendente potrebbe parlare sui social di una brutta giornata a lavoro, di un nuovo prodotto o di un accordo che deve ancora essere annunciato. Ma il rischio proviene anche dai consulenti esterni come gli studi legali che seguono, ad esempio, grosse operazioni di m&a. Potrebbe infatti capitare che vengano inavvertitamente divulgate informazioni su un accordo che non è ancora pubblico”.
Cosa possono quindi fare le aziende? “Il miglior modo che le aziende hanno per cercano di controllare questo rischio è adottare una policy per i social media”, dice Delaney. Si tratta però di un compito tutt’altro che facile. “La regola più importante è creare delle policy che siano accessibili”, rivela Garcia. “Alcune aziende fanno l’errore di creare una politica che è troppo corta o che delega tutto alla discrezionalità dei singoli. D’altra parte è sbagliato anche adottare linee guida troppo lunghe e dettagliate perché finirebbero per rimanere solo sulla carta”.
La politica più sensata, secondo Delaney, è quella di puntare sulla formazione per educare le persone su come utilizzare i social media nel modo giusto. “L’approccio migliore non riguarda le policy ma l’istruzione e la formazione”. Un compito che secondo il professionista dovrebbe coinvolgere anche gli avvocati in house. “I giuristi d’impresa hanno sia la capacità di pensare ai modi migliori per proteggere un’azienda, sia la facoltà di aiutare a realizzare delle linee guida che siano davvero compliant. Chi meglio di loro inoltre potrebbe formare i dipendenti sui rischi legali?”.