Love affair: ovvero le conseguenze del lavoro
Siamo in un piccolo studio legale. Nell’ufficio di un avvocato c’è un divano. Un bel divano di pelle. L’avvocato ci tiene molto e non vuole che il suo gatto, che spesso porta con se in ufficio, ci salga su. Ma il gatto non sa resistere. E ogni volta che il padrone non vede lui colpisce. Il padrone lo sa e decide di installare una webcam per controllarlo e sgridarlo attraverso un microfono. Lo stratagemma funziona bene. Talmente bene che l’avvocato scopre che il divano non piace solo al gatto, ma anche a una collaboratrice che, ignara di tutto, viene filmata in atteggiamenti ben poco professionali con un collega. La storia prosegue, ma non staremo qui a raccontarvela.
UN FENOMENO ANTICO
Situazioni come questa, però, non sono un’eccezione negli studi legali d’affari. «Quello delle relazioni sentimentali e sessuali sul luogo di lavoro è un fenomeno antico che, tuttavia, è cresciuto molto negli ultimi anni», spiega Paolo Iacci, vicepresidente dell’Associazione italiana dei direttori del personale (Aidp). «Il motivo – continua l’esperto – è il generale mutamento dei costumi che ha portato più libertà e la caduta di alcuni tabù nelle relazioni sentimentali». Inoltre a favorire gli amori tra colleghi sarebbe un altro mutamento storico: l’enorme crescita del settore terziario. «Il settore dei servizi – a differenza di quello agricolo e industriale – si caratterizza per l’alto livello di relazioni e di contatti tra le persone. E questo aumenta la possibilità che nascano rapporti amorosi tra persone che svolgono lo stesso lavoro», rivela Iacci.