Le 10 regole per affrontare il rientro a lavoro

Dal rilassante rumore delle onde, dalle passeggiate sui sentieri montani e dai tour spensierati per le più belle città d’arte si passa alle lunghe riunioni, agli appuntamenti coi clienti e ai tour de force per recuperare il lavoro arretrato. Le vacanze sono finite e milioni di italiani sono tornati a lavoro ma, con la testa, viaggiano ancora sugli itinerari agostani. I pensieri e responsabilità si moltiplicano e torna il panico da scadenze. Si chiama “august blues”, una tristezza simile a quella che si prova la domenica sera quando sale l’angoscia da lunedì e l’impressione che il weekend sia stato molto più breve di quanto desiderato. 

Come fare, quindi, per ritrovare carica ed equilibrio e tornare a performare sul posto di lavoro? Lo svela Marina Osnaghi (nella foto), master certified coach, nel suo decalogo d’oro da seguire per rientrare a lavoro a cuor leggero:

  1. Evita la fissità di pensiero. Rimuginare sul rientro e sulla negatività che incontrerai nel soccombere alle vecchie abitudini è un potente stimolo per la tristezza e l’insoddisfazione.
  2. Stabilisci un tempo per te ogni giorno. Devi inserirlo in agenda, altrimenti non riuscirai a rispettarlo. Basta un quarto d’ora al giorno, anche se col tempo sarebbe ideale allungarlo fino ad almeno 30 minuti. Deve essere un’attività piacevole e solamente dedicata a te, qualcosa fuori dagli obblighi. A volte possono essere cose apparentemente banali, come leggere il giornale in santa pace con una bella tazza di caffè.
  3. Cambia l’abitudine di mangiare in piedi e di corsa. Il caffè o il tè, bevilo seduto e comodo: ti riporterà la testa all’atmosfera della vacanza. È fondamentale iniziare la giornata senza correre, prendendoti una pausa già da inizio giornata. Questo ristoro vale la pena di un quarto d’ora di sonno in meno la mattina. Offre al cervello un senso di rilassatezza, invece di farlo correre ancora prima di uscire di casa. Mangiare di fretta spostandosi continuamente costringe l’organismo a inviare il sangue agli organi in quel momento più impegnati, ovvero i muscoli delle gambe: un problema per la digestione. Infatti una quantità modesta di sangue operante nello stomaco diminuisce la disponibilità di succo gastrico e, di conseguenza, l’insorgere di difficoltà digestive.
  4. Seguire i principi del coaching. Ognuno di noi ha una ‘mission’ nel cuore, uno scopo che persegue a volte inconsapevolmente nella vita quotidiana. Chiediti: qual è il contributo che voglio dare col mio lavoro? Cosa tendo a realizzare nelle differenti situazioni? Come posso realizzare al meglio ciò a cui tendo?
  5. Focalizza valori e linee guida. Soprattutto quelle dei tuoi collaboratori, che molte volte non vengono veramente consapevolizzati, travolti dalla frenesia quotidiana. Rifletti su di te e su chi ti circonda in senso positivo e costruttivo.
  6. Utilizza gli indicatori delle tue reazioni. Un indicatore molto utile lo trovi in quelle situazioni quotidiane che spesso ti infastidiscono, come mancanza di precisione, puntualità o dedizione da parte di qualcuno, problemi organizzativi cronici, incoerenza. Dietro al tuo fastidio potrebbe esserci un vero tesoro: trova il tuo valore, la buona ragione per cui ti infastidisci, ciò che persegui ed il modo in cui lo vorresti realizzato. Una volta che lo hai trovato, invece di combattere chi non lo rispetta, comincia a chiederti cosa potresti fare tu stesso per viverlo e realizzarlo meglio. Alcune domande potrebbero aiutarti: cosa mi infastidisce? Cosa vorrei realizzare di buono che non accade? Qual è il valore nascosto dietro al fastidio? Che comportamento applico per realizzarlo? Che comportamento nuovo mi serve per realizzarlo al meglio?
  7. Comincia a dire no una volta per tutte. Apri le braccia a te stesso e smetti di voler subire. Non serve ribellarsi urlando, basta stabilire il proprio limite con tranquilla fermezza.
  8. Rinuncia a subire situazioni che si trascinano da tempo. Spesso sono favorite da abitudini che ti portano nei guai prima ancora che tu te ne accorga. Sono le vecchie abitudini distruttive che ci portano sempre nelle solite situazioni.
  9. Sei un capo? Organizza riunioni con un approccio coaching. Sono sempre molto utili a ottenere risultati efficaci su temi collegati al quotidiano e al gruppo. Per potenziare e trasformare situazioni e comportamenti valuta la qualità della collaborazione a favore degli obiettivi secondo fattori qualitativi e non solo quantitativi. Utilizza il feedback con i tuoi collaboratori e celebra i cicli intermedi, chiedendoti cosa è stato realizzato fin qui di positivo anche se la meta ancora non è raggiunta, e come sia possibile arrivare al traguardo con rinnovata energia. Infine applica la revisione dei processi che formano la sequenza di attività su cui i tuoi collaboratori devono misurarsi e lavorare insieme per arrivare alla meta senza confliggere inutilmente. Spesso ci sono accordi non chiariti che portano alla famosa ‘confusione’ di ruoli o ‘mancata comunicazione’.
  10. Nel weekend mettiti in vacanza. Anche se devi svolgere delle commissioni, cerca di staccare sul serio. Ritrovando il gusto di stare con gli amici, la famiglia, i figli, senza vivere il tuo tempo come se fosse ‘rubato’ ai tuoi doveri o come se il tempo libero fosse un altro lavoro in cui dover fare cose. Quindi focalizza le cose essenziali e dedicati per prima cosa a quelle. Tutto il resto può attendere. Tu sei più importante, insieme a quelli che ami.

Gennaro Di Vittorio

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