5 idee per cambiare (davvero) il notariato

Ci sono professioni che sono più immuni delle altre ai cambiamenti. Professioni che si reggono su regole e meccanismi consolidati e che anche quando vengono sfiorate da qualche riforma sembrano realizzare la profezia di Tancredi ne Il Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. È questo il caso del notariato. Una professione che finora ha vissuto solo timide e parziali riforme che non sono riuscite a risolvere né i problemi che da sempre affliggono la categoria, come il basso numero dei notai, né quelli nuovi come la crisi economica che ha aumentato i costi e abbassato gli utili dei professionisti.

Oggi però qualcosa inizia a muoversi. Il notariato, durante il 50esimo congresso nazionale che si è svolto a Milano lo scorso novembre, ha infatti iniziato a parlare, per la prima volta, di “imprese notarili”, di “apertura al mercato dei servizi” e anche di “riforma dell’ordinamento del notariato”. «Un segnale importante», secondo Ludovico Maria Capuano (nella foto), presidente dell’Associazione dei giovani notai, che tuttavia ricorda: «La riforma dell’ordinamento è importante ma ci sono tante piccole cose che possono essere fatte già oggi».

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Gennaro Di Vittorio

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