Gli italiani sono disposti a investire nella propria formazione

Per avere successo nel mondo del lavoro, gli italiani sono disposti a investire nella propria formazione.

È quanto emerge dall’ultima edizione del Randstad Workmonitor, l’indagine trimestrale sul mondo del lavoro dell’operatore mondiale nei servizi per le risorse umane, condotta in 33 Paesi del mondo su un campione di 400 lavoratori di età compresa fra 18 e 65 anni per ogni nazione.

La grande maggioranza dei lavoratori dello Stivale ritiene che l’apprendimento continuo sia fondamentale per migliorare la propria competitività sul mercato del lavoro (96%) e per restare aggiornato sull’evoluzione del proprio ambito professionale (81%). Una convinzione che i lavoratori mettono in pratica molto spesso, dal momento che il 71% di loro ha svolto una o più attività di formazione nell’ultimo anno. Se nel 66% dei casi l’apprendimento continuo viene finanziato dai datori di lavoro, ben il 94% dei dipendenti pensa che l’aggiornamento delle competenze sia una propria responsabilità. Più di due lavoratori su tre, infatti, sono disposti a investire in percorsi di aggiornamento professionale e quasi un italiano su due afferma di sentire il bisogno di un personal coach che metta a disposizione la sua specializzazione con consigli utili allo sviluppo della carriera.

«Gli italiani sono ormai diventati consapevoli che, in un mondo del lavoro sempre più flessibile e mutevole, ciò che fa la differenza per la propria professionalità sono le competenze e l’aggiornamento continuo – dichiara Marco Ceresa (nella foto), amministratore delegato di Randstad Italia – Malgrado i lavoratori del nostro paese siano mediamente più allineati con i progressi del proprio settore (92%, quattro punti sopra la media globale) e più convinti di trovarsi già nelle condizioni di esprimere tutto il loro potenziale (84%, 11 punti in più della media globale), la maggioranza di loro avverte la presenza di un gap da colmare. Ben il 99% dei dipendenti, infatti, sente il bisogno di seguire più corsi di formazione per restare aggiornato e migliorare le proprie competenze professionali (76%) e personali (45%). È un bene che i lavoratori si aggiornino autonomamente, ma le imprese devono supportarli investendo molto di più in programmi di apprendimento continuo per i propri dipendenti, perché un lavoratore formato e in grado si esprimere tutto il suo potenziale è più motivato e produttivo e l’investimento si ripaga anche sotto forma di una maggiore capacità di attrarre e trattenere i migliori talenti sul mercato».

Gennaro Di Vittorio

SHARE