3 consigli per gestire il passaggio dallo studio legale al lavoro in house

Cambiare lavoro non è mai facile. Nemmeno se il lavoro che stiamo per iniziare ci piace più di quello vecchio. Adattarsi al “nuovo” richiede, infatti, un periodo di ambientazione che varia da persona a persona. E questo vale anche per il passaggio dal lavoro di avvocato di studio a quello di legale d’impresa.

“Il periodo più duro – raccontano Kathryn Hartrick, vice presidente e general counsel di Robertson Lowstuter e Ted Banks, responsabile della compliance per Kraft Food, in un post pubblicato su In-house Access – è la fase iniziale perché viene spontaneo lavorare come abbiamo fatto fino a poco prima nello studio legale ma spesso le regole che valevano per quel tipo di lavoro non sono ugualmente adatte per quello in house. Anzi, a volte possono essere proprio la causa di un insuccesso”.

I due in house hano stilato tre consigli per gestire al meglio questo periodo di transizione: 

Tenere a mente il proprio obiettivo: “vincere non è più il nostro scopo” ricordano gli autori. “In questo nuovo lavoro il compromesso è spesso, infatti, la migliore soluzione per il nostro business”.

Investire sulle relazioni: “lavorare in azienda non significa interrompere la propria rete di relazioni professionali” spiegano Hartrick e Banks. “Mantenere i rapporti con i vecchi clienti e instaurare nuove relazioni lavorative all’interno della società è invece un ottimo modo per entrare nella cultura aziendale”. 

Imparare a stare sotto pressione: “Quando si lavora in un’impresa bisogna imparare a prendere decisioni in maniera molto rapida” avvertono i due in house. Non sempre infatti i general counsel possono concedersi tutto il tempo necessario per valutare ogni angolazione possibile del problema. “Essere un in house significa anche imparare quando è il momento di rispondere subito e quando invece possiamo permetterci un po’ più di tempo per trovare la soluzione perfetta”.

 

Gennaro Di Vittorio

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