Trasporti e Fase 3: la nuova era

di alessio foderi

Siamo ripartiti. Con estrema prudenza e nell’ottica della sicurezza. Nella “nuova normalità” del paese, i cittadini hanno ricominciato a riappropriarsi degli spazi, a uscire, a muoversi. Per questo gli spostamenti in sicurezza sono uno dei principali temi del momento.

La mobilità e i trasporti sono tra i settori più colpiti dalla pandemia da Covid-19 e vedono ora la necessità di adattarsi a nuovi scenari (e nuove regole), integrarsi e cambiare – in un certo senso anche radicalmente e a ritmo veloce – le abitudini dei passeggeri. Se da un lato la mobilità tradizionale – treni, aerei, automobili – affronta una sfida tanto inaspettata quanto gigantesca legata soprattutto al distanziamento sociale, dall’altro una nuova mobilità – soprattutto urbana – prova a cambiare le regole del gioco.

Secondo un approfondimento di Deloitte, “From now on. Mobility Boost, si apre una nuova fase”, pubblicato all’avvio della cosiddetta Fase 2 (ovvero il 4 maggio, ndr), nell’ambito dei trasporti la crisi ha toccato l’87% delle aziende operanti nel settore. Se l’automotive è stato il più colpito dalla crisi, gli scenari di incertezza riguardano di fatto tutti: trasporti tradizionali e nuova mobilità inclusi. Sul lato pubblico – chiarisce lo studio – il nuovo scenario economico avrà tre impatti principali: un inevitabile incremento dei costi di gestione del trasporto, una revisione delle infrastrutture di trasporto e la necessità di potenziare la collaborazione tra pubblico e privato. Luigi Onorato, senior partner di Deloitte Italia ha aggiunto poi che, per il settore della nuova mobilità, «la fase che stiamo attraversando impone una riflessione che permetta di gestire l’emergenza e di impostare la ripresa coerentemente con il nuovo contesto sociale ed economico che si andrà a delineare».

Anche nelle 121 pagine del dossier per la Fase 3 – “Iniziative per il rilancio 2020-2022” – scritto dal comitato di esperti in materia economica e sociale, nominato dal governo Conte e guidato da Vittorio Colao si parla di mobilità. Nel dettaglio si legge che occorre «aumentare le risorse previste nel piano nazionale mobilità sostenibile per la riconversione delle flotte pubbliche verso mezzi a basso impatto, valutando anche l’estensione dei fondi a strumenti partnership pubblico-private» e, ancora, «incentivare lo sviluppo capillare di infrastruttura per mobilità sostenibile, come ad esempio le stazioni di ricarica elettrica, anche private». Oltre al modello pubblico-privato, la linea della sostenibilità sembrerebbe la traccia comune per la ripartenza. Ma il domani della mobilità deve passare dalle numerose sfide del presente.

Per questo MAG inizia un viaggio (in due puntante) in chiave legale che vuole analizzare come gli operatori classici stanno coniugando la necessità di garantire il distanziamento sociale con una revisione delle modalità di gestione della domanda di mobilità.

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Gennaro Di Vittorio

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