Barclays: la chiave dell’efficienza si chiama innovazione

Un panel nel panel. È quello che ha creato Barclays selezionando, all’interno dei suoi advisor legali abituali, sei law firm con cui costituire un panel innovativo. Di cosa si tratta? Come ha spiegato Corporate Counsel, Stephanie Hamon, managing director di Barclays, la banca ha intrapreso un processo di revisione di tutto il panel legale che ha visto, da un lato, la riduzione del 60% delle law firm e, e dall’altro la ricerca dell’eccellenza e di nuovi accordi commerciali.

“La banca – ha spiegato il manager – ha deciso di creare un panel nel panel e coinvolgere solo gli studi legali che si distinguono dal punto di vista dell’innovazione”. I sei studi coinvolti (tra i quali ci sono Ashurst e Simmons & Simmons ndr) sono stati scelti sulla base di quattro criteri: la presenza di un legal project manager, la collaborazione con altre law firm o con fornitori di servizi legali, l’uso di particolari accordi sui prezzi e la cosiddetta “thought leadership”.

Ma la volontà di puntare sul tema dell’innovazione ha spinto Barclays a stabilire anche una serie di accordi con le law firm che le costano almeno 1 milione di dollari all’anno. Con questi studi la banca ha stabilito un’accordo che prevede, a fronte della garanzia di una spesa annuale minima, un certo volume di servizi legali gratuiti come, ad esempio, secondment, semplici consulenze legali e consigli sul fronte dell’innovazione.

Questo complesso sistema di riorganizzazione dei consulenti legali è stato gestito dal dipartimento in house assieme al neocostituito commercial management team. L’obiettivo è ovviamente quello di aumentare l’efficienza del dipartimento legale ma, come ha dichiarato Hamon, anche quello di approfondire la conoscenza dei propri advisor legali.

L’esempio di Barclays potrebbe presto essere seguito da altre aziende, pressate dalla necessità di aumentare l’efficianza dei team legali in house.

 

 

 

Gennaro Di Vittorio

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